Ma chi è il nemico principale della sinistra? Voi direte Salvini o il
centauro Salvini-Meloni. Ma vi sbagliate. E andando a ritroso avreste
risposto Berlusconi, o prima ancora Craxi, Fanfani o Almirante. O al
tempo dellâ??anticapitalismo, i â??padroniâ?.
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Il vero nemico storico, ontologico, assoluto della sinistra â?? sia in
versione comunista che radicale e progressista â?? è la realtà . E questo
spiega gli appelli infruttuosi che lanciano i suoi leader e i suoi
chierici a ritrovare il rapporto con la gente, a rifarsi unâ??anima, un
popolo e una passione sociale, o viceversa a spiegare, senza mai
spiegarselo, come mai avviene il travaso di consensi in territori e
quartieri proletari, da sinistra ai sovranisti.La sinistra è contro la realtà . Rifiuta la realtà , la natura,
lâ??esperienza, il senso comune e il sentire popolare.
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In principio fu il comunismo e la sua essenza malefica fu lâ??abolizione
della realtà : â??il comunismo abolisce lo stato di cose presentiâ?
proclamano Marx ed Engels.
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Ma anche oggi la sinistra più sofisticata adotta una visione correttiva
della realtà che viene chiamata non a caso politically correct, e che
avversa la natura, lâ??esperienza, la storia, la tradizione, il senso
comune, nel nome di un moralismo ideologico e lessicale che produce da
un verso ipocrisia e dallâ??altro intolleranza. Ipocrisia perché non puoi
chiamare le cose col loro nome, non puoi indicare la realtà per quello
che è e per come lâ??hai davvero conosciuta nellâ??esperienza personale e
tramandata. Ma se ti ostini a farlo, se non ti adegui e non ti
correggi, incorri nelle sanzioni dellâ??intolleranza.
La sinistra non accetta la natura, non accetta i limiti e i confini
imposti dalla vita; respinge gli assetti consolidati nel tempo;
disconosce o colpevolizza le molle naturali dellâ??umanità , da quelle
economiche a quelle affettive, dalla legittima aspirazione al
riconoscimento dei propri meriti e delle proprie capacità , alla
motivazione personale del profitto e del miglioramento
economico-sociale; dalla preferenza in amore e solidarietà verso i
famigliari, gli amici, i connazionali, alla tutela delle proprie
identità . Rovescia la realtà , ribalta lâ??ordine della carità e della
vita, spezza il legame tra diritti e doveri, tra azioni e
responsabilità , tra libertà e suoi limiti.
Qui si manifesta quellâ??indole che Roger Scruton definisce oicofobia,
lâ??odio per tutto ciò che è nostrano e la preferenza per tutto ciò che
viene da fuori, dallâ??esterno, da lontano. Si potrebbe anzi compilare un
elenco delle fobie serpeggianti oppure ostentate che sono agli antipodi
di quelle â?? come la xenofobia, lâ??islamofobia, lâ??omofobia â?? verso cui
viene sancita condanna e riprovazione: lâ??italofobia, ossia il rigetto
del senso di appartenenza e di preferenza nazionale, la cristofobia,
ossia la rimozione dei simboli della civiltà e della tradizione
religiosa, la familofobia, ovvero il rigetto di tutto quanto riguarda
la famiglia naturale, la paternità e la maternità , i legami di sangue,
la casa. Prevale il razzismo etico in base al quale tutto ciò che
proviene dalla realtà , dalla natura, dalla civiltà e della tradizione
deve essere condannato e capovolto.
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Da questa scelta culturale di fondo discende sul piano pratico e
politico quel continuo schierarsi contro il sentire comune, contro il
buon senso, gli interessi e le preoccupazioni della gente. Trascurando
la richiesta di sicurezza e di identità , la paura dellâ??ignoto e
dellâ??oscurità , o viceversa lo spaesamento, la perdita dei confini, la
piramide capovolta dei rapporti di cittadinanza, la preferenza a tutto
ciò che viene da fuori e da lontano.
Poi ogni tanto, nella terapia di gruppo si chiedono: ma dove abbiamo
sbagliato, perché il popolo ci è contrario? Perché hanno dichiarato
guerra alla realtà . Per carità , sempre nel nome della pace� Odiano, ma
a fin di bene.
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Questo post vuole essere solo uno spunto di riflessione.